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Neandertaliani e primi sapiens

Questa vetrina si concentra sul tema della comparsa dell'uomo moderno, avvenuta in Africa circa 200.000 anni fa. Sono esposti, in successione, i reperti che ne documentano dapprima la presenza in questo continente e quindi nel Vicino Oriente attorno a 100.000 anni fa (Homo sapiens Arcaico).

Sono inoltre esposte le testimonianze riferibili a Homo neanderthalensis, forma umana vissuta esclusivamente in Europa e nel Vicino Oriente tra circa 100.000 e 35.000 anni fa, la cui scomparsa si deve alla diffusione in Europa dell'Uomo anatomicamente moderno.

Per quanto riguarda l'Uomo di Neandertal vengono presentati i modelli dei crani più significativi (Neandertal, La Chapelle-aux-Saints, La Ferrassie, Circeo, ecc.) e alcuni manufatti litici, riferibili ad industrie cosiddette musteriane del Paleolitico medio. Alcuni pannelli mostrano le prime sepolture, che appartengono a questa età.

Cranio di Homo neanderthalensis (La-Chapelle-aux-Saints, Francia)
Cranio di Homo neanderthalensis (La-Chapelle-aux-Saints, Francia)

Homo neanderthalensis

 

Cranio proveniente dalla sepoltura rinvenuta nel 1908 all'interno della piccola cavità nota come La-Chapelle-aux-Saints, nella Francia meridionale. Questo reperto, che all'epoca in cui fu scoperto costituiva il ritrovamento più completo di un neandertaliano, ha svolto un ruolo di particolare rilievo nell'ambito della ricerca paleoantropologica.

Fu, infatti, oggetto di uno studio dettagliato da parte del paleontologo francese M. Boule, il quale, travisando alcuni caratteri patologici dello scheletro, ne accentuò i tratti "primitivi", facendone una ricostruzione errata per molti aspetti che, tuttavia, rimase a lungo come stereotipo di riferimento per questa forma umana.

Una recente ricomposizione del cranio ed un nuovo studio hanno permesso di riconsiderare diversi tratti di questo fossile, riferibile ad un individuo adulto di età avanzata (circa 50 anni), caratterizzato da varie perdite dentarie e da evidenti segni di artrosi sullo scheletro post-craniale.

Anche la capacità cranica del reperto, datato a circa 50.000 anni, è stata rivalutata passando dagli oltre 1600 cm³ ai circa 1510 cm³.

Cranio di forma arcaica di Homo sapiens (Skhul, Israele)
Cranio di forma arcaica di Homo sapiens (Skhul, Israele)

Homo sapiens arcaico

Modello di cranio appartenente ad uno degli scheletri dei 10 individui (sette adulti e tre bambini), deposti in posizione rannicchiata all'interno di fosse nella grotta di Skhul, sul Monte Carmelo (Israele).

La morfologia di questi reperti, ritrovati negli anni '30 del secolo scorso, presenta al tempo stesso caratteri moderni ed arcaici: accanto ad una volta alta e all'occipitale arrotondato permangono, infatti, due formazioni ossee robuste sopra agli occhi e la faccia prognata.

Inizialmente ricondotti a popolazioni neandertaliane, i resti scheletrici della grotta di Skhul sono stati successivamente ricollegati, insieme con quelli di Quafzeh, a popolazioni di sapiens arcaici (proto-cromagnonidi).

Anche la loro datazione (prima definita intorno a circa 40.000 anni fa) è stata recentemente rivista, permettendo di riferirli ad un'epoca compresa tra i 100.000 e i 90.000 anni.

Questi resti, che risultano essere associati ad un'abbondante industria di tipo musteriano, possono quindi essere attribuiti ai primi gruppi di uomini moderni usciti dal continente africano, che avrebbero successivamente colonizzato prima il Vecchio, poi il Nuovo Mondo.